Virus respiratori e influenza: parte la nuova sorveglianza
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Direttore: Alessandro Plateroti

Virus respiratori e influenza: parte la nuova sorveglianza

Vaccini

Parte la sorveglianza 2025‑2026 dell’influenza e dei virus respiratori: la definizione di caso cambia da ILI a ARI. Ecco sintomi e tamponi.

Con l’arrivo dell’autunno, in Italia si riaccendono i riflettori sulla stagione dell’influenza e dei virus respiratori. Il mese di ottobre segna l’avvio della sorveglianza coordinata dalla rete RespiVirNet, sotto la supervisione dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute. L’obiettivo è monitorare costantemente l’andamento delle infezioni respiratorie acute attraverso una rete capillare di medici sentinella, pediatri e laboratori regionali.

Come riportato da adnkronos.com, la stagione 2025‑2026 introduce un’importante novità: la ridefinizione del “caso” oggetto di sorveglianza. Non si parla più di sindrome simil-influenzale (ILI), ma di infezione respiratoria acuta (ARI), una categoria più ampia e inclusiva che consente di rilevare un maggior numero di virus in circolazione. La nuova definizione punta a migliorare l’accuratezza del sistema e a offrire una visione più completa della situazione epidemiologica.

donna malata con il raffreddore
donna malata con il raffreddore

Infezione respiratoria acuta (ARI): cosa significa davvero

La nuova definizione clinica di ARI si basa su tre criteri essenziali. Il primo è l’insorgenza improvvisa dei sintomi. Il secondo richiede la presenza di almeno uno tra i seguenti segnali respiratori: tosse, mal di gola, difficoltà respiratoria o coriza, cioè il classico raffreddore con naso che cola. Infine, è fondamentale il giudizio del medico che deve confermare che si tratta effettivamente di un’infezione di origine respiratoria. Questa revisione dei criteri diagnostici è stata studiata per rispondere meglio alla complessità delle forme virali attualmente in circolazione, andando oltre l’influenza classica.

Tamponi, diagnosi tempestiva e ruolo delle vaccinazioni

Per garantire l’efficacia della sorveglianza, il tampone oro-naso-faringeo deve essere effettuato entro sette giorni dall’inizio dei sintomi. I medici sentinella sono invitati a raccogliere almeno 3-5 campioni a settimana, evitando i lunedì per ridurre il rischio di diagnosi tardive. Il campionamento sarà poi coordinato a livello regionale e gestito dai laboratori di riferimento, che dovranno analizzare non solo virus influenzali, ma anche SARS‑CoV‑2, RSV, e altri patogeni come rinovirus, adenovirus e metapneumovirus.

Un’altra novità importante riguarda la raccolta dati vaccinali. Nella nuova scheda di sorveglianza, i medici dovranno registrare lo stato vaccinale per l’influenza, il COVID-19 e, nei bambini sotto i cinque anni, anche l’immunizzazione contro il virus respiratorio sinciziale. Questo arricchimento dei dati permetterà di comprendere meglio l’efficacia delle strategie vaccinali attuate e il loro impatto sulla circolazione dei virus respiratori.

Grazie a queste innovazioni, la sorveglianza della stagione 2025‑2026 promette una maggiore precisione diagnostica e un monitoraggio più esteso, capace di anticipare le tendenze e supportare decisioni sanitarie tempestive.

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ultimo aggiornamento: 18 Ottobre 2025 9:53

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